GLI ENOLOGI

L’enologo riveste nei confronti del vino il ruolo che un accordatore ha per l’organo:
quanto più le corde sono di qualità e quanto più delicata e sensibile è la mano del tecnico che le registra, tanto più armonico e piacevole ne risulterà il suono.

Giacomo Tachis

L’OBIETTIVO DELL’EQUILIBRIO

I vini vengono vinificati in vasche di cemento o acciaio, costantemente monitorati, illimpiditi, travasati, poi fatti maturare separatamente in barrique; assemblati poco prima dell’imbottigliamento, vengono infine lasciati in affinamento in bottiglia per un periodo che varia da vino a vino.

Tempi e tecniche sono stabiliti dall’enologo, costantemente teso ad ottenere un vino equilibrato bilanciando acidità, dolcezza, tannini ed alcol. Responsabili di questa alchimia sono oggi Carlo Ferrini, ritenuto nel 2007 il miglior winemaker dai critici americani, giunto a Il Pollenza proprio in quell’anno, e gli enologi interni, Mauro Giacomini e Carlo Del Bianco.

INTUITO, INTELLIGENZA E PASSIONE

Sono proprio gli enologi ad ordinare le severe potature che da un lato riducono drasticamente le rese produttive, ma dall’altro assicurano un ottimo frutto, ricco di succhi estrattivi. Ed è la regia di questi uomini che garantisce la cura dei vigneti e le corrette pratiche enologiche. Dal loro intuito, dalla loro intelligenza e passione nascono i blend o i cru de Il Pollenza. Uomini con cui il Conte ha instaurato un rapporto personale di collaborazione, valorizzandone l’esperienza, rispettandone le opinioni, stimolandoli alla sperimentazione e all’uso di tecniche innovative.

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