LA TENUTA

Roma, Musei Vaticani, Galleria delle Carte Geografiche, Picenvm di Ignazio Danti, 1580, 1585

Produrre vino è l’unica attività in cui una sola persona diventa responsabile di tutto, dal terreno all’etichetta, alla vendita.

Jancis Robinson

La tessitura della storia

La tenuta si estende per più di 280 ettari nei Comuni di Tolentino e Pollenza, sulla Valle del Chienti, a 30 km dal Mare Adriatico e a 40 dalla dorsale appenninica. Reca l’imprinting del conte Aldo Brachetti Peretti, dalla metà degli anni Ottanta quando egli ne acquista un primo nucleo, composto dalla residenza sangallesca del Cardinale Ascanio Parisani detta La Parisiana, i terreni e i boschi circostanti.

Negli anni la tenuta è stata progressivamente ampliata, inglobando case coloniche, antiche residenze e terreni, fino a ricomprendere una buona parte della proprietà dei principi Antici Mattei che dalla fine del Settecento l’avevano posseduta e frazionata e dai quali il Conte Aldo Brachetti Peretti l’acquistò.

Teatro di eventi storici anche cruenti (Battaglia di Tolentino il 2 e 3 maggio 1815 tra Gioacchino Murat e l’esercito pontificio), si presenta oggi come una campagna mite e avvincente, coltivata con evidente cura, grande impegno e tensione costante ad una produzione di eccellenza.

La battaglia di Tolentino 2-3 maggio 1815

UN ANGOLO DI BORDEAUX NELLE MARCHE

Ai seminativi si affiancano i vigneti di uve internazionali. Una successione di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Pinot Noir, Sauvignon Blanc, Syrah, ma anche degli autoctoni Montepulciano e Ribona. I sesti di impianto disegnano attraenti geometrie ed interfila che sembrano vie di fuga verso il cielo.
Terso in primavera, limpido e luminoso come in un quadro di Canaletto.
Cespugli di rose rosa, bianche e arancio scandiscono l’inizio dei filari: preziose sentinelle, usate per prevenire le malattie delle viti, concorrono alla bellezza del luogo, rendendo incantevole il paesaggio.

FIDUCIA, CORAGGIO E COMPETENZA

“L’amicizia è l’arte dell’incontro” si è detto. Attiva forze, mette in moto energie che divengono progetti e si traducono in realtà. Come è accaduto anche a Il Pollenza quando da una conversazione tra amici il Conte Aldo Brachetti Peretti comprese che la sua terra in Valdichienti aveva un potenziale ancora inespresso ed un terroir favorevole ai grandi rossi bordolesi. La tesi fu confermata da Giacomo Tachis, il più influente enologo del suo tempo. E da quel momento una nuova avventura ebbe inizio.

Il feeling nato tra i due uomini, ognuno già molto noto nel suo campo, moltiplicò il piacere e l’orgoglio di entrambi nel creare qualcosa di nuovo e di bello: la cantina che vediamo oggi.
Da questa formidabile intesa nasce Il Pollenza in ogni suo aspetto importante e con quei particolari accorgimenti che solo un uomo colto ed esperto come Tachis poteva suggerire e far realizzare. Una cantina che Aldo Brachetti Peretti ha voluto tecnologicamente all’avanguardia, composta di un edificio centrale e pertinenze “onestamente belle, ma anche perfettamente commode” (Andrea Palladio).

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